Il Calendario repubblicano

Il 22 fruttidoro dell'anno XIII, Napoleone, a 12 anni dalla creazione del Calendario repubblicano, decise di sopprimerlo.

Dopo quasi 120 anni, è tornato.

GErMINALE? FrUTTIDOrO?

Ma che cos'è esattamente, un Calendario repubblicano?

Dopo aver stravolto il mondo con il sistema metrico e aver reso la loro valuta decimale, i rivoluzionari francesi decisero che fosse tempo di rinnovare anche il modo di contare i giorni dell'anno.

UN METODO TUTTO NUOVO

Così, in sostituzione al calendario gregoriano, ricco di riferimenti alla cristianità, la Convenzione nazionale introdusse nel 1793 il neonato Calendario rivoluzionario.

L'anno I fu stabilito il 22 settembre del 1792, il giorno dopo alla nascita della Repubblica.

MASSIMA EFFICIENZA

Al posto delle settimane, il Calendrier introdusse le decadi, di 10 giorni. Oltre a queste, vennero creati 12 mesi completamente nuovi:

Vendemmiaio, Brumaio, Frimaio, Nevoso, Piovoso, Ventoso, Germinale, Fiorile, Pratile, Messidoro, Termidoro e Fruttidoro.

Ogni mese comprendeva 30 dì; i giorni mancanti venivano poi aggiunti in una sorta di "decade" indipendente, i Giorni complementari, di grande festa.

Capodanno veniva festeggiato il 1° vendemmiaio, ovvero l'Equinozio d'autunno.

L’EREDITÀ

Ma alla fine, tutte le cose belle devono finire.

A 12 anni dalla sua adozione, il 22 fruttidoro dell'anno XIII (9 settembre 1805), Napoleone decise di abolirlo, poiché non in linea con la sua idea politica di una Francia imperiale.

Oggi, lo ricordiamo con il nostro almanacco El Meneghin Ballabiòtt, che celebra al contempo la tradizione meneghina in un'ottica tutta nuova: non da "la bella Milano di una volta", ma con spirito ironico e rivoluzionario.

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